LE ANTICHE LACCHE ORIENTALI

IL FASCINO E LA MAGIA CHE HANNO INCANTATO L’OCCIDENTE.

Dopo un’introduzione di Giuseppe Bertolini, appassionato d’arte, parleremo di questo avvincente argomento 

sabato 11 maggio, alle ore 17,00 a Casa Cavezzi con lo Studioso e Ricercatore Aristodemo Barani.

La tecnica della laccatura degli oggetti richiede la maestria di esperti artigiani specializzati: a partire da come si ottiene la resina (cioè la lacca), passando per la sua applicazione in più strati sugli oggetti, fino alla loro decorazione e alla loro lucidatura.

Praticata fin dall’antichità in varie regioni dell’Asia, l’arte della lacca ha infatti manifestato sviluppi tecnici e formali particolarmente complessi e interessanti soprattutto in Cina e in Giappone

Le prime lacche orientali giunsero in Europa, agli inizi del XVII secolo, importate prima dai Portoghesi e subito dopo dagli Olandesi.

Fu proprio con il colonialismo che si creò in Europa una sempre maggiore curiosità per tutto ciò che apparteneva alle terre più lontane.   

Nel XVIII secolo divenne un fenomeno culturale (denominato Esotismo). Non vi era residenza o palazzo reale nelle più grandi monarchie europee che non avesse, ad esempio, una stanza cinese, arredata con lo stile, i colori e persino materiali e mobili originali provenienti dall’estremo Oriente. O, ancora, che non avesse dipinti e affreschi con paesaggi e animali esotici, come pappagalli, scimmie, tucani, elefanti, pantere.

Proprio di quei manufatti che incantarono l’Europa ci parlerà il nostro concittadino Aristodemo Barani, mostrandoci immagini di oggetti di straordinaria raffinatezza, creati da maestri laccatori con infinita pazienza e amorevole attenzione per i dettagli.

Il colore della luce nella pittura di Jan Vermeer

Jan Vermeer (1632 – 1675), pittore olandese: scarse sono le notizie sulla sua vita, ancora oggi è difficile una catalogazione esatta della sua opera. E’ stato riscoperto nella seconda metà del 1800 e non risulta ancora conosciuto come merita. L’artista si distingue con netta superiorità sui suoi contemporanei, una superiorità che gli deriva in primo luogo dalla perfezione del mestiere.

Jan Vermeer concepisce la composizione in funzione della luce, la proietta radiosa sulle parti essenziali, distribuendola con grande senso artistico per far risaltare l’effetto plastico della forma e l’espressività delle figure. Sceglie rari e arditi accostamenti di colore, opponendo un azzurro zaffiro ad un azzurro spento, un giallo limone a dei vermigli, a degli ocra rossicci ed esaltandoli con bianchi puri.

Vermeer tende ad un ideale di bellezza che si fonda su puri rapporti di forma e colori e, come tutti i suoi connazionali, ci propone altrettanti temi di meditazione. Quelle stanze chiuse, quei pacati interni, le donne intente a scrivere, a leggere, ad abbigliarsi, a far musica, o tutte impegnate in faccende domestiche, ci offrono un’immagine di una vita silenziosa, carica di sottintesi, ci parlano di segreti desideri, di evasione. Figure ricche di allusivi vallari spirituali.

Vermeer, nelle sue opere, testimonia sempre un ricordo del caravaggismo di Utrecht.

Alcune opere significative:

– La ragazza col turbante (1660)

– La lattaia (1658)

– La stradina di Delft (1658)

“I GIARDINI DI MARZO”

LE QUATTRO STAGIONI DI LUCIO BATTISTI

SABATO 20 APRILE, ORE 17,00 – CASTELLO – SALA DELLA ROCCA

Cosa dire di Lucio Battisti. Credo che non ci sia persona, amante della musica, che non abbia cantato, suonato, fischiettato una sua canzone. Per farvi capire chi era e chi è Lucio Battisti, vi faccio vedere un filmato che racconta le celebrazioni del suo recente compleanno.

Lucio Battisti 5 Marzo compleanno 2024 QUI

ORE 17,00 – CASTELLO – SALA DELLA ROCCA



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