Eventi a palazzo

Ridere è una cosa seria, gli effetti benefici della risata.

Cosa c’è di più confortante, gioioso e salutare
che offrire e ricevere un bel sorriso?

Il sorriso è l’indicatore più potente di amichevolezza e di desiderio di connessione positiva con qualcuno. Serve per liberarci dalla eccessiva serietà della vita e far riaffiorare la vitalità e i desideri sepolti dal dover essere. Il riso agisce come lubrificante sociale: il messaggio che passa tra coloro che ridono insieme è di non aggressione, complicità e abolizione o forte attenuazione della gerarchia. E’ stato evidenziato quanto, nei contesti lavorativi, familiari e scolastici, il buonumore sia un facilitatore della comunicazione e aiuti a creare un clima disteso nonché collaborazione e senso di unione del gruppo.

Non prendersi troppo sul serio e ridere di se stessi poi è segno di intelligenza.

L’autoironia, per chi ne sa fare buon uso, è un gioco che aiuta ad esorcizzare le negatività. Chi vede tutto sempre nero, chi si impenna di fronte anche a piccoli problemi, avrà una vita  malinconica e sarà più facile preda di scoraggiamento e insoddisfazione. Al contrario, chi riesce a cogliere i lati positivi dell’esistenza è destinato a godere di maggiore equilibrio e gioia. La ricerca medica e psicologica, da qualche anno a questa parte, ha dimostrato che ridere produce numerosi benefici.

Ne parleremo il 10 febbraio, alle ore 16,30, in Sala della Rocca con Fausto Torelli – Medico; Gabriele Mezzetti –Psicologo e Azzio Castagnetti – Imprenditore, durante l’incontro dal titolo

RIDERE È UNA COSA SERIA. GLI EFFETTI BENEFICI DELL’ALLEGRIA

Riusciranno a convincerci che ridere e sorridere può essere una eccellente ginnastica nel cammino verso la felicità?  

CONCERTO DELLA “CORALE VERDI” Per ricordare

Ecco il programma della Corale Verdi di Sabato 27.

Memoria” quale onerosa eredità ci consegna questa parola! 

Non si tratta semplicemente di ricordare la tragedia che ha segnato l’Europa ed il mondo nel secolo scorso e con essa le vittime che ci guardano ancora mute in attesa di capire cosa da quella tragedia abbiamo imparato.

Memoria è molto di più. “Ciò che hai ereditato dai Padri, conquistalo per possederlo” dice Goethe.  

Condividiamo, nessuna inerzia. E affermiamo che la Memoria è impegno, attivo, consapevole, determinato. Bisogna insistere, caparbiamente, perché la Memoria è difficile da conservare

Abbiamo scelto di ricordare non attraverso il racconto, la cronaca dei crimini perpetrati o le testimonianze delle atrocità subite da singoli o interi popoli, ma vogliamo sostanziare la Memoria attraverso l’Arte ed in particolare la Musica, il Canto che sublimano da un lato il dolore e dall’altro la vergogna. L’arte è leggera come l’aria, pesante come un macigno, sopra di noi il canto ci aggrega, ci fa vibrare insieme

Abbiamo affidato il compito di infonderci questo fremito alla prestigiosa “Corale Giuseppe Verdi” di Parma presieduta da Enrica Valla e diretta dal Maestro Claudio Cirelli: proprio nel Giorno della Memoria, proprio il 27 Gennaio, giorno della scomparsa, nel 1901, del grande nostro Musicista, Compositore, genio, Giuseppe Verdi.

L’Associazione Culturale Vicedomini-Cavezzi, l’Amministrazione Comunale e la Parrocchia di Montecchio, insieme, chiamano a raccolta la cittadinanza in un momento carico di significato e di emozionante Bellezza.

 CON PAROLA BREVE E CON FIGURA. 

 Quali enigmi dietro le immagini dipinte nel Palazzo del Governatore di Montecchio Emilia?

Quel Palazzo di “Contrada Grande” in Montecchio Emilia, che si è soliti denominare “Palazzo del Governatore”, ospita pitture murali che presentano figurazioni bizzarre e misteriose.

A chi le osservi con stupore e curiosità, verrà fatto di chiedersi: quali enigmi si celano dietro queste immagini? Sono esse opera di un uomo (un tipo un poco “originale”, diremmo popolarmente) che le ha semplicemente tratte dalla propria fantasia senza ispirarsi ad una tradizione qualsivoglia, ovvero debbono esser fatte risalire ad un qualche universo culturale codificato?

Il dottor Raul Dal Tio si muove con sicura competenza nel mondo al quale in verità appartengono le dipinture del nostro Palazzo del Governatore.

Un mondo vasto, lussureggiante, variegato, versicolore: emblemi, imprese, sentenze, motti, simboli che si rincorrono nello spazio e nel tempo, dall’antichità ai giorni nostri, in Italia e in Europa e fuor d’Europa.

E che noi, assaporando il piacere sommo dell’erudizione, possiamo incontrare a casa nostra, qui a Montecchio: quel paese che – come ognun sa – è il centro del mondo.

Sì, perché “ogni luogo è il centro del mondo”, come disse Alce Nero dei Lakota.

A Casa Cavezzi, Monsignor Tiziano Ghirelli

È forse presunzione voler avvicinare GESÙ, incontrarlo a tu per tu nelle tappe salienti della sua VITA TERRENA, da parte della nostra Associazione Culturale?!

Ma lo facciamo con occhi chiari, trasparenti e spirito palpitante di emozione come merita l’immensa figura del NAZARENO. Un orgoglio lo è certamente, l’orgoglio di proporre uno sguardo che tenga insieme L’UMANITÀ E LA SACRALITÀ DI CRISTO: l’UOMO e il MESSIA.

L’orgoglio, inoltre, di essere accompagnati in questo percorso di “AVVICINAMENTO” da Monsignor TIZIANO GHIRELLI carismatico studioso, CANONICO DI SAN PIETRO IN VATICANO.

In questa avventura, che non vuole essere solo una cronologica successione di momenti di vita di Gesù, ci addentriamo con l’intento di conoscerlo anche nella sua storicità, di conoscere il piccolo “FIGLIO DELL’UOMO” che già adolescente sfida i “POTERI FORTI” nel nome dell’Immenso, della SPIRITUALITÀ, e di quel mondo di emarginati, di ULTIMI, quei “… POVERI DI SPIRITO, i MITI, gli UMILI…”. Sfida che lo conduce al supplizio ignominioso, alla croce e alla morte da cui RISORGERÀ per sempre al fianco di chi ha BISOGNO.

Dunque, non è presunzione la nostra, è ansia, è palpito e, anche, un po’ di timidezza.

E MONSIGNOR GHIRELLI saprà accompagnarci in questi INCONTRI INTORNO AL “FIGLIO DEL FALEGNAME” con il suo sapere e le bellezze (anche ARTISTICHE) che ci presenterà e che ci emozioneranno.

Don Lisander

varie ed eventuali chiacchiere su Alessandro Manzoni a 150 anni dalla morte

L’Associazione Vicedomini Cavezzi ha scelto di contrastare la violenza sulle donne, «intollerabile barbarie sociale» (così definita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) diffondendo, attraverso gli eventi che organizza, una cultura di solidarietà e di consapevolezza. In occasione di ogni incontro, qualsiasi argomento in esso venga affrontato, il nostro pensiero sarà rivolto ai milioni di donne che in tutto il mondo stanno affrontando sofferenze e privazioni.

Il 25 Novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Nella stessa data alle 16.30 presso Casa Cavezzi si svolgerà l’evento dedicato ad Alessandro Manzoni per i 150 anni dalla sua morte: Don Lisander: varie ed eventuali. Chiacchiere su Alessandro Manzoni a 150 anni dalla mortecondotto dal prof. Umberto Di Raimo. Perché mai? Cosa c’entra Manzoni con la battaglia contro i maltrattamenti e femminicidi?

Ecco solo alcune delle possibili risposte all’interrogativo.

Perchè:

  • su Il Caffè, rivista fondata a Milano nel 1764 da Pietro e Alessandro Verri, principale strumento  di diffusione del pensiero illuminista in Italia, apparve un articolo anonimo intitolato “Difesa delle donne”. In quell’articolo si affermava che le donne sono quello che gli uomini hanno loro concesso di essere, ma che basterebbe una buona formazione e sarebbero «capacissime di superare gli uomini». Manzoni raccolse l’eredità di tali parole: attorno ad Alessandro Manzoni ruotò un mondo pieno di figure femminili di grande fascino e personalità intellettuali. Figure decisive nella vita privata e creativa dello scrittore. Tutte protagoniste,  mai trascurate dall’uomo e dall’autore. 
  • secondo la poetica del Manzoni l’arte deve avere come obiettivo il vero storico e prestare attenzione agli aspetti della vita morale dell’uomo. Ci ha lasciato perciò, ad esempio in alcuni capitoli de I Promessi Sposi, testimonianza di atteggiamenti violenti contro le donne nel Seicento: come i minacciosi tentativi di don Rodrigo di ostacolare il matrimonio di  Lucia e la costrizione inflitta a Gertrude ad entrare molto giovane in convento e a diventare suora. 
  • a partire dalla seconda metà dell’Ottocento le donne comparvero in modo massiccio sulla scena pubblica italiana. Il cammino delle donne italiane che partì dal Risorgimento racconta una emancipazione che non ha portato solo all’affermazione personale di molte ma a una maggiore libertà per tutte. 
  • la storia delle donne reali e delle donne create nella lettaratura dell’epoca (non solo dal Manzoni) è, alla luce dei fatti, la storia delle tappe della modernizzazione del nostro paese.

Il prof. Umberto Di Raimo non ha bisogno di presentazioni.  Colto ed erudito, sarà un piacere ascoltarlo e  lasciarsi sorprendere dal racconto (o meglio dalle chiacchiere come precisa nel titolo) che farà su Don Lisander, uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi.



Associazione Culturale "VICEDOMINI-CAVEZZI"

Vicolo Timavo - 42027 Montecchio Emilia REGGIO EMILIA
Tel. 338-7969489

info@vicedomini-cavezzi.it

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