SPORT, CHE PASSIONE!

Un viaggio nel vero carburante che muove le grandi imprese

L’Associazione Culturale Vicedomini-Cavezzi in collaborazione con L’UISP di Reggio Emilia e il Comune di Montecchio Emilia, dopo il grande successo dello scorso anno, ripropone tra i suoi appuntamenti un momento dedicato allo Sport.

O meglio lo sport sarà il punto di partenza ma non l’unico angolo di visuale per analizzare una parola chiave, la passione: quanto è importante e come si alimenta uno dei più pregiati carburanti per realizzare le grandi imprese. Saranno testimoni prestigiosi a raccontarci quanto è stata importante coltivare la passione per raggiungere grandi risultati.

Ne parleremo infatti con tre protagonisti di primo piano: due sportivi, Massimiliano Alvini, già amatissimo allenatore della Reggiana e ora a La Spezia, Giulia Ghiretti, campionessa del nuoto paralimpico di livello internazionale, e un grande maestro della scena imprenditoriale emiliana, Giampaolo Dallara.

Condurrà la serata un amico dell’associazione, Fabio Cola, psicologo e formatore di alto livello nel mondo sportivo e imprenditoriale.

Vi invitiamo a partecipare all’incontro.

OMAGGIO A MARIA CALLAS

Domenica 8 Ottobre, ore 16,30 al Castello, Sala della Rocca.

Il salotto della Lirica:

LA DIVINA, omaggio a Maria Callas

La trasmissione di Telereggio, condotta da Ilaria Notari, straordinariamente a Montecchio Emilia

E SE CI TROVASSIMO PER UN CAFFÈ…?

Questo l’evento che l’Associazione Vicedomini-Cavezzi Sabato 29 aprile alle ore 17 in Sala della Rocca dedica ai propri soci e a tutti i partecipanti.

Già il titolo anticipa il “sapore” gradevole dell’iniziativa. E cioè non una conferenza, ma una conversazione nella quale le persone, con la piacevolezza di trovarsi insieme, possano confrontarsi sui temi delle ansie e dei timori che in particolare in questo ultimo periodo storico (ad esempio con la pandemia e, da ultima, con la guerra russo-ucraina ) sono affiorate nella nostra Comunità, condividendo esperienze e raccontandoci reciprocamente le nostre “strategie  di sopravvivenza”.

Lo faremo assieme ad un professionista dell’animo, lo Psicologo dott. Gabriele Mezzetti, nostro concittadino.  Una felice e gradita occasione.

Unendo i nostri sguardi al suo cercheremo di capire insieme come affrontare le nostre difficoltà individuali e collettive e come meglio orientarci nella nuova vita che, grazie al vaccino, è ripresa dopo la pandemia.

La sfida oggi è  dotarci, senza mediazioni, di un pensiero critico robusto, è abbandonare i percorsi della conoscenza finora praticati, è identificare e trovare nuove alternative.

Per essere più consapevoli di ciò che ci circonda. Per migliorare le nostre relazioni, aprirci al mondo e a noi stessi, imparando a conoscere noi e gli altri attraverso una maggiore ampiezza di vedute.  

Nel confronto fra i risultati pre e post pandemia è risultato evidente un calo dell’estroversione e dell’apertura mentale. La crescita del 60% del rischio di disturbi psichici è soprattutto sugli under 30. L’aumento del nevroticismo, la diminuzione della gradevolezza e della coscienziosità fanno sì che i giovani adulti siano meno collaborativi e fiduciosi, meno equilibrati e responsabili. Sono effetti impattanti sull’individuo, ma anche sulla società. 

Questi cambiamenti nella popolazione saranno permanenti?

Non lo sappiamo. Ma gli eventi stressanti di grande entità che interferiscono con la libertà personale e la salute possono davvero cambiare la traiettoria delle personalità delle persone colpite, sia giovani che adulte. Sui traumi da Covid rimasti, si è poi innescata la paura della guerra.

Ecco perchè dobbiamo imparare ad essere resilienti.

In psicologia la resilienza è definita come la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente. La resilienza è un talento o una predisposizione “naturale”?

Niente affatto.

La resilienza è fatta di pensieri e comportamenti. Che possono essere allenati. Allenati a vedere come trasformarci positivamente grazie a ciò che viviamo come avverso, sia per provare ad andare oltre, sia per convivere utilmente con una realtà sfaccettata e variegata.

Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis, «la storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità»: così scrisse, tra il 55 e il 54 a.c.,  Cicerone nel De Oratore (II,9). In sintesi afferma la funzione ammaestratrice dell’esperienza storica e suggerisce che, lasciandoci guidare dal passato, possiamo ragionare su come affrontare il presente per reindirizzare il futuro

Eppure, ciascuna delle più grandi pandemie della storia ha avuto implicazioni sanitarie, culturali e socioeconomiche che possono far riflettere ancora oggi. 

Un esempio su tutti, la peste che imperversò in Europa a varie riprese dalla metà del 1300 fino alla seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

La “peste nera” trecentesca causò la morte di circa un terzo della popolazione europea, mentre quella tardo ottocentesca la morte di circa 10 milioni di individui in tutto il mondo. Non appena fu scoperto l’agente responsabile e la modalità di trasmissione furono avviate le prime forme di profilassi: fu Venezia a introdurre l’isolamento coatto dei malati, nell’isola del Lazzaretto Vecchio (1423), e la quarantena nell’isola del Lazzaretto Nuovo (1468) per tutti coloro che giungevano in laguna dalle zone esterne.

La scomparsa di un terzo della popolazione europea determinò poi importanti cambiamenti sociali: intere famiglie nobiliari o reggenti scomparvero, “uomini nuovi”, cioè individui senza curriculum aristocratico, giungevano fino alle più alte posizioni sociali. Infine, la mancanza di uomini per lo svolgimento delle attività produttive favorì, a quanto pare, la meccanizzazione dei mezzi di produzione: l’aratro pesante con lama in ferro e ricurva sostituì quello usato da millenni, a chiodo con punta in legno, fu gradualmente sostituito il bue con il cavallo nei lavori di aratura, furono introdotti nuovi sistemi di aggiogamento non più sul collo degli animale ma sulle spalle con un guadagno in celerità dei lavoro e in praticità.

Auspichiamo che il senso della locuzione sulla storia di Cicerone sia condivisa di più. E che, Cicerone a parte, si creda sempre di più al migliore antidoto contro le paure: la conoscenza (la cognitio della lingua latina). 

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